Verso una santa perseveranza
Michele Volpin
8 June , 2025

“O Timoteo, custodisci il deposito che ti è stato affidato, evitando i discorsi vani e profani e le argomentazioni contrastanti di quella che è falsamente chiamata scienza, professando la quale, alcuni si sono sviati dalla fede. La grazia sia con te! Amen.” I Timóteo 6:20-21

La Mancanza di Perseveranza nel Mondo Contemporaneo

C’è una frase di Rüdiger Maas, studioso tedesco che analizza il cambiamento generazionale dagli anni ’80. Nei suoi libri descrive le generazioni, dai più anziani ai giovani di oggi, e afferma: “Stiamo crescendo in un mondo senza perseveranza.” Maas interpreta la società e il comportamento delle persone, specialmente dei giovani. Dice: “Smettono quando qualcosa non diverte più o diventa comune.” Nota quanto sia facile iniziare e abbandonare attività, un fenomeno ormai diffuso in tutte le età. Secondo Maas, socialmente è ormai accettato smettere presto. La società sembra dire: “Va bene, puoi smettere subito.” Questo vale nello sport, nel lavoro, a scuola e altrove. Una tendenza che appare seria e che richiede attenzione.

La Chiamata di Paolo alla Santa Perseveranza

La conclusione di I Timoteo 6.20-21 è breve, diversa dalla dossologia dei versetti 15-16, dove Paolo riassume il Vangelo. Qui il tono è più urgente e diretto.

Paolo parla della perseveranza personale di Timoteo, legata alla sua vita, alla Chiesa di Efeso e ai credenti. La brevità riflette l’urgenza del contesto: Timoteo doveva affrontare subito i problemi della comunità e leggerli alla Chiesa.

Manca la ricca conclusione di altre epistole. Come in Galati, la lettera è concisa per la gravità della situazione. Paolo richiama all’essenziale: la perseveranza come obiettivo centrale di Timoteo e della Chiesa.

Custodire il Deposito: Un Comandamento e un Incoraggiamento

Il versetto 20 è un’esortazione importante. Paolo dice:

“O Timoteo, custodisci il deposito.”

Dopo tutta la lettera e le questioni della Chiesa di Efeso, riassume così il suo messaggio.

Questo comando riguarda anche noi oggi. Paolo conclude come aveva iniziato: già in 1,18 diceva a Timoteo di custodire il deposito. Non è solo un’esortazione, ma un comandamento e un incoraggiamento.

Custodire il deposito è fondamentale, non secondario. Ci spinge a riflettere: quando perseveriamo, dove troviamo la forza? Da dove vengono le risorse per continuare un progetto? Solo dalla nostra volontà o da qualcosa di più?

Il Significato di “Custodire il Deposito”

Per capire l’esortazione “O Timoteo, custodisci il deposito”, dobbiamo riflettere su cosa significa custodire. Un custode vigila, protegge, gestisce ciò che gli è affidato, sia materialmente che moralmente. È responsabile e perseverante nel suo compito.

Nella Scrittura, i primi custodi sono Adamo ed Eva, chiamati a curare e amministrare il giardino di Dio. Avevano il compito di proteggere e coltivare il creato. Ma, come narra Genesi 3, disubbidirono e il peccato entrò nel mondo. Così, l’uomo divenne incapace di amministrare perfettamente quanto Dio gli affida.

Timoteo, partendo da questa consapevolezza, riceve un mandato difficile: custodire il deposito della verità. Come può farlo? Con le risorse che Dio offre, le stesse di cui anche noi abbiamo bisogno per perseverare nel compito dato alla Chiesa.

1. Il Deposito è Donato, Non Guadagnato

La cosa più importante che Timoteo deve ricordare è che il deposito gli è stato donato, non guadagnato. Non è frutto delle sue capacità o meriti, ma un dono ricevuto. Così anche la Chiesa di Efeso, come la nostra, deve riconoscere che ciò che abbiamo viene da Dio, non da noi stessi.

Il Vangelo è proprio questo: non ciò che facciamo per Dio, ma ciò che Cristo ha fatto per noi. Gesù ha preso il nostro peccato, è morto per noi, ha giustificato la nostra incapacità e ha adempiuto il mandato che l’uomo aveva fallito: amministrare il creato e vivere in relazione con Dio.

“Egli è prima di ogni cosa e tutte le cose sussistono in Lui. Egli è il capo del corpo, cioè della Chiesa.” (Col 1:17-18)

Cristo ha il primato in tutto, ha compiuto il mandato perfetto e ci offre il modello in ogni aspetto: preghiera, relazioni, vita. La prima risorsa è questa: il deposito è un dono, non un guadagno.

2. Il Riposo nella Verità che Non Dipende dalle Nostre Capacità

La seconda risorsa è che Timoteo deve sapere, confidare, credere e riposare nel fatto che per custodire questo deposito non c’è niente che lui possa fare. Deve riposare in questa verità.

Timoteo deve sapere che nulla può aggiungere a ciò che Cristo ha già compiuto. Cristo è il modello, e il deposito donato è perfetto. Non possiamo migliorarlo, modificarlo o adattarlo a piacere. Cristo ha fatto tutto.

Questa verità ci invita a riposare, anche di fronte ai nostri fallimenti e al peccato nel cuore umano. Dobbiamo guardare alla perfetta obbedienza di Cristo. La sua giustizia ci è attribuita, la nostra ingiustizia è ricaduta su di Lui.

Custodire significa proteggere ciò che Cristo ha già fatto. Paolo lo ricorda nell’epistola: nella preghiera, nelle relazioni, nella Chiesa, nelle ricchezze. Non dobbiamo inventare nulla, ma comprendere e vivere ciò che Cristo ha compiuto.

La Relazione Vitale con la Verità

Per custodire la verità o un bene, serve una relazione con ciò che custodiamo. Pensate a un custode di un giardino: non basta chiudere il cancello. Deve conoscere le piante, le stagioni, il terreno. C’è un legame tra custode e giardino.

Così per Timoteo e per noi: serve una relazione viva con la Parola di Dio. Non possiamo custodire ciò che non conosciamo. Il deposito è donato e perfetto, ma dobbiamo curarlo e conoscerlo.

Vale in ogni ambito: lavoro, sport, vita. Cristo è il modello: ha già compiuto tutto davanti a Dio. Sta a noi conoscerlo per capire come custodire ciò che Lui ha fatto.

Il Frutto Concreto della Custodia

Il secondo punto del versetto 20 mostra che la relazione con Cristo non è fine a se stessa, ma porta frutto. Custodire il giardino richiede relazione con ciò che c’è dentro, e i frutti sono il risultato del lavoro e della volontà di Dio.

Questa custodia della verità genera un frutto concreto, visibile, non immaginario. È ciò che Dio fa nella nostra vita, più che i nostri sforzi. Come in Romani 12:1: la custodia del Vangelo trasforma la vita, crea un “corpo in sacrificio vivente”, un vissuto gradito a Dio.

In Romani 1:16-17 vediamo che il Vangelo è potenza per la salvezza. La custodia di questa verità genera nuova vita in noi, come in Timoteo

Il Frutto Concreto del Deposito Custodito

Il frutto che Dio vuole nella Chiesa si realizza così:

“Evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza.” 1 Timoteo 6,20

Il deposito produce in Timoteo un vissuto che:

  • Evita ciò che disonora Dio.
  • Resiste alle influenze del peccato e del mondo, che non comprende la Parola.
  • Si difende con la Parola e agisce con discorsi che onorano Dio.

Timoteo ha ricevuto da Paolo insegnamenti su ricchezza, Chiesa e relazioni. Deve vivere senza assorbire la cultura intorno, ma influenzandola. Come un soldato, resta concentrato sull’obiettivo, senza farsi distrarre, capace di prendere iniziativa e portare Cristo nel mondo.

La Conoscenza e la Difesa della Verità di Dio

Paolo parla di “scienza”, che nei testi originali significa “conoscenza”, non scienza come la intendiamo oggi.

“Evita i discorsi vuoti e profani e le obiezioni di quella che falsamente si chiama scienza” 1 Timoteo 6,20

cioè, evita chi pretende di avere vera conoscenza fuori da Dio.

Per evitarli, serve conoscerli e sapere cosa Dio dice su ciò che il mondo chiama conoscenza. La relazione con Dio è fondamentale per rapportarsi al mondo.

Timoteo, e noi, dobbiamo evitare e denunciare ciò che disonora Dio, difendere e custodire la verità, saperla spiegare e comunicare. Solo conoscendo la verità possiamo interagire con ciò che la contrasta.

Siamo chiamati a essere pieni della verità di Dio. Il frutto nasce da questa relazione vitale con Dio, non dalle nostre capacità, ma da ciò che Dio ci dona.

Custodire per Grazia: La Responsabilità del Credente

Il terzo punto è:

“Custodisci il deposito” 1 Timoteo 6,21

per vivere i suoi frutti con la grazia. Il testo finisce con:

“La grazia sia con voi.” 1 Timoteo 6,21

Abbiamo due compiti fondamentali: custodire il deposito e farlo interagire con il mondo. Cosa succede se non rispondiamo? Paolo dice al versetto 21:

“Alcuni si sono allontanati dalla fede.” 1 Timoteo 6,21

Non parla di estranei, ma di chi era nella Chiesa, ha sentito di Dio, ma non ha coltivato la relazione con Cristo né custodito il deposito.

Paolo ripete questo in tutta la lettera e in altre epistole, riferendosi a chi ha lasciato la Chiesa per questo motivo. La relazione con Dio è prioritaria e permette ogni altra relazione. Non adempiere questo mandato è pericoloso.

Le Conseguenze della Mancanza di Custodia

Quando il credente trascura la custodia del deposito, perde difesa e attacco. Come in una partita di calcio, senza strategia si perde. Un cristiano che non sa difendersi né agire per il Regno si perde. La Scrittura lo conferma.

Non ascoltiamo la menzogna del diavolo che dice che trascurare il compito non ha conseguenze. Né crediamo che si possa rimandare la relazione con Cristo a quando sarà il momento migliore. Timoteo e noi dobbiamo coltivare ora una relazione vitale con la Parola di Dio e custodire il deposito ricevuto. Il Signore richiede impegno e risposta forte.

La Grazia: Il Nostro Equipaggiamento Perfetto

Concludendo, Timoteo sa che il compito è grande. Nessuno può dire: “Ce la farò grazie alle mie capacità.” Questo non è il messaggio. Paolo non dice: “Timoteo, forza, hai le capacità.” Conclude invece:

“La grazia sia con voi.” 1 Timoteo 6,21

Non siamo soli: Dio ci ha dato in Cristo tutto ciò che serve, la Sua grazia. Non contano meriti o forze nostre, ma la grazia che ci fa comprendere la Sua Parola. Cristo ha aperto i nostri occhi e ci guida. La relazione parte da Lui. Dio darà a ciascuno ciò che serve e chiederà conto di quanto dato.

Cristo conosce le nostre debolezze, non ci chiede l’impossibile. Con la Sua grazia ci dona forza e discernimento. Tutto nasce da ciò che Cristo ha già fatto e ci chiama a compiere.

La Chiesa: Colonna e Sostegno della Verità

Ecco perché Paolo prega che la grazia operi nella vita della Chiesa, di Timoteo, affinché si risponda al mandato ricevuto. La Chiesa è colonna e sostegno della verità, ma è Cristo che la rende stabile, fondata sul Suo sacrificio.

“La grazia sia con voi.” 1 Timoteo 6,20. Paolo parla al plurale: la lettera non è solo per Timoteo, ma per tutta la Chiesa, anche per noi oggi.

“Bada a te stesso, custodisci il deposito.” 1 Timoteo 4,16

È un comando e un incoraggiamento. Un impegno possibile grazie alla grazia di Cristo. Che il Signore ci dia forza e grazia per custodire e testimoniare questo deposito nel nostro tempo e luogo.