Lo Spirito Santo è Dio in noi
Pastore Gianni Cortese
13 July , 2025

“Chi osserva i suoi comandamenti rimane in Dio e Dio in lui. Da questo conosciamo che egli rimane in noi, dallo Spirito che ci ha dato.” 1 Giovanni 3.19-24

La Difficile Condizione dei Credenti

Giovanni sta scrivendo a questi credenti in un momento storico molto difficile per loro: persecuzioni, opposizione da parte di molti e situazioni complesse. 

Forse noi qui non abbiamo una persecuzione fisica come avevano loro. In altre parti del mondo c’è ed è molto forte. Molti fratelli e sorelle vengono uccisi ogni giorno, chiese incendiate, case distrutte. 

Noi oggi viviamo una forte pressione da parte di questo mondo che ci circonda, da parte del principe di questo mondo, da parte del diavolo che vuole renderci difficile la nostra relazione con Dio, il nostro cammino con Dio.

La cosa importante che Giovanni sottolinea è il fatto che per vivere in una società, in una situazione come questa che ci caratterizza, è importante fissare nella propria mente quelli che sono i punti fermi dell’essere un figlio di Dio. Più io sono consapevole di chi sono e più riesco a essere saldo, a essere forte, a non indietreggiare o essere titubante.

Le Caratteristiche del Figlio di Dio

Abbiamo detto, ad esempio nel verso 7, quanto sia importante che i figli di Dio siano caratterizzati dalla pratica della giustizia, del mettere in pratica le parole di Dio, di essere giusti come Lui è giusto. 

Questo è un primo aspetto che abbiamo considerato: l’importanza di praticare la giustizia. Questo è un elemento che contraddistingue i figli di Dio, sono coloro che imitano il loro Signore.

Un secondo aspetto che manifesta l’identità dell’amore di Dio, dell’essere figli di Dio, è l’amore ricevuto e manifestato nei confronti dei fratelli. 

“Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita perché amiamo i fratelli.” 1 Giovanni 3.14

Ora, lo Spirito Santo ci viene presentato come terzo elemento importante che contraddistingue la vita, il fatto che uno sia un figlio di Dio. 

Potremmo dire che lo Spirito di Dio rende manifesta la sua presenza in noi. I figli di Dio sono uomini, donne, giovani e meno giovani, che nel loro vivere manifestano la presenza dello Spirito di Dio. 

Lo Spirito di Dio è in loro e Giovanni aggiunge questo nuovo elemento: 

“Da questo sappiamo che egli dimora in noi: dallo Spirito che ci ha dato” 1 Giovanni 3.24

Cioè, la sua presenza ci permette di capire che noi siamo figli di Dio, che Dio dimora in noi. Se siamo figli, significa che Egli è in noi e noi siamo in Lui.

La Venuta dello Spirito Santo

L’esempio della venuta dello Spirito Santo nella vita dei credenti è raccontato nell’avvenimento che Luca descrive in Atti capitolo due. È a Gerusalemme, il giorno della Pentecoste, e succede qualcosa di incredibile. In questa sala dove sono riuniti molti credenti, il Signore fa scendere lo Spirito Santo sopra ognuno in forma di lingue di fuoco (Atti 2:3). 

Tutte le persone vengono investite, ricevono lo Spirito Santo, il luogo trema, c’è un terremoto e succede una manifestazione conseguente a questa azione di Dio nella vita di queste persone. Lo Spirito scende su di loro e subito queste persone cominciano a parlare altre lingue. Vanno nella città di Gerusalemme e iniziano a parlare in lingue di Medi, Persiani, Greci, cioè, lingue di altre nazioni, raccontando le opere di Dio che Cristo ha compiuto.

Questo è un fatto che succede ed è un fatto concreto, pratico, qualcosa che si può vedere, toccare con mano. È un fatto reale, oggettivo. Lo Spirito Santo viene dato, c’è il dono dello Spirito Santo ai figli di Dio.

Il Piano di salvezza compiuto in Atti 2

Dobbiamo pensare: che cosa Dio vuole comunicare con questa azione, con la discesa dello Spirito Santo sui credenti? Beh, questo è l’ultimo atto, l’ultimo avvenimento della realizzazione del piano di salvezza che Dio ha pensato. C’è un piano che parte dalla Genesi e arriva fino a questo momento della storia in Atti due.

Questo atto, la discesa dello Spirito Santo, è praticamente l’atto conclusivo. Qui si compie completamente il piano della salvezza che ê quando lo Spirito Santo viene dato.

Noi, come credenti, siamo persone che credono agli eventi, agli avvenimenti che Dio compie nella storia, nel tempo, che Dio rivela attraverso la sua parola, ma anche che compie praticamente. Qui, lo ripeto, abbiamo un evento che le persone possono vedere, possono capire in modo molto chiaro. L’opera di Dio è fatta di eventi, di manifestazioni e di parole.

La Promessa in Genesi

Proviamo per un attimo a riflettere sulla presenza dello Spirito Santo nei fatti della storia, cioè quest’opera di salvezza, questo accompagnamento di Dio, la presenza di Dio nella storia, che parte dalla Genesi e arriva agli Atti. 

Ci ricordiamo che, ad esempio, nella Genesi capitolo tre, quando Adamo ed Eva cadono, il Signore subito fa una promessa precisa e dice che la progenie della donna schiaccerà il capo al serpente, a Satana. 

Lì c’è una prima azione che Dio fa, che è una promessa e che anticipa quello che succederà e anticipa un’azione.

L’Intervento di Dio nella storia

Poi vediamo, nell’arco del proseguo della storia, come Dio interviene: il diluvio. C’è questo giudizio su tutti gli uomini. Noè e i suoi figli si salvano. Dio sceglie quest’uomo per portare avanti questa realizzazione della promessa fatta lì in Genesi.

E poi arriviamo al momento di Abramo, alla sua scelta. Abramo viene scelto e in lui viene iniziata questa nazione, questo popolo. Avviene una trasformazione nella sua vita: da un uomo solo, senza vigore, nasce poi una nazione. Questa è l’opera di Dio. Quindi vediamo una promessa, vediamo un giudizio, vediamo una scelta di un uomo. Da quell’uomo nasce una nazione, nasce un’opera che Dio porta avanti.

Vediamo che questo popolo viene portato in Egitto, viene liberato dall’Egitto; quindi una promessa che viene continuamente mantenuta. Sembra che l’uomo, il popolo, debba finire, debba morire sotto i pesi dell’Egitto, ma Dio ha il suo piano, ha una promessa che mantiene, che porta avanti, e libera dall’Egitto attraverso il mare. 

Porta fuori il popolo, e questi sono tutti degli elementi che ci parlano della cura che Dio ha, la sua presenza particolare nel portare avanti la promessa che ha fatto, che è una promessa di salvezza che si compirà con Cristo.

Dall’Antico al Nuovo Testamento: L’Incarnazione

Infatti poi dall’uscita dall’Egitto, il popolo vive tutte le sue vicissitudini, tutta la sua ostinazione e durezza del cuore. Dio ha un lungo tempo di silenzio nei confronti del popolo, non parla, non si manifesta per più di 400 anni, fino al momento in cui arriviamo alla nascita del Signore Gesù.

Arriviamo nel Nuovo Testamento e lì, a Betlemme, nasce questo Figlio di Dio. Questo è un altro fatto storico: sono tutti fatti che manifestano la volontà di Dio di mantenere quella promessa di Genesi tre, di salvare l’umanità, di riconciliare l’uomo a Lui. 

La promessa era di riconciliarlo. Dio interviene sulla base della sua parola con delle azioni. E interviene facendo una cosa straordinaria: Dio si incarna, prende la forma di un uomo. Questo evento è per noi incomprensibile e inimmaginabile. Però Dio viene sulla terra in sembianze umane. 

Questo è un altro fatto storico; non è semplice filosofia, non è il racconto di qualcosa di mitico, ma sono eventi, avvenimenti che parlano della volontà di Dio di salvare l’uomo, di riconciliare l’uomo a Sé.

Crocifissione e Resurrezione: Il Pagamento del Peccato

Quindi arriviamo all’incarnazione. Dio fa una scelta, un’azione vista da tutti, riconosciuta da tutti quelli che erano lì, l’hanno toccato, l’hanno ascoltato. E poi arriviamo alla crocifissione.

Lì c’è qualcosa di straordinario per la nostra salvezza. Non è più un’azione di Dio nei confronti del mondo in cui noi viviamo con delle azioni particolari, ma è Dio stesso che, avendo preso sembianze umane, muore crocifisso sulla croce. 

Se noi lo guardiamo e lo comprendiamo lasciando a parte il piano di Dio della salvezza, non ha nessun significato. Ma per chi invece lo legge nel piano, nella comprensione del piano di Dio, della salvezza, della riconciliazione dell’uomo con Lui, allora questo è fondamentale, perché Gesù Cristo è Dio fatto uomo, che muore sulla croce.

Gesû paga questo debito nei confronti di Dio, questo peccato che è motivo di separazione lì, nella Genesi, da dove noi discendiamo, da dove tutti gli uomini discendono. Questa condizione di separazione, di contrarietà a Dio, di opposizione, di ribellione, di rifiuto a Dio. Ecco, sulla croce Dio stesso paga questo debito e riconcilia l’uomo con il Padre, con Dio stesso.

E dopo la crocifissione vi è la resurrezione. Questa resurrezione è l’espressione pratica e concreta, un atto concreto che dà compimento alla promessa fatta in Genesi tre: il capo è schiacciato, il capo del nemico è schiacciato, la forza del peccato viene meno, la forza della morte viene meno, perché Cristo è risorto dai morti.

Questo piano della salvezza è qualcosa di straordinario che va avanti dalla Genesi fino ad arrivare ai Vangeli, alla persona del Signore Gesù con la sua morte e resurrezione. E manifesta la promessa che Dio aveva fatto in Genesi tre. 

Dopo la sua resurrezione, vi è un altro momento importante che è l’ascensione. Gesù Cristo. Dio fatto uomo, morto e risorto, ascende al Padre, e questa ascesa al Padre è la conferma che quella promessa è stata pienamente soddisfatta, e che Dio è soddisfatto del prezzo pagato per il peccato.

Lo Spirito Santo e la Trasformazione del Credente

Gesù ascende al cielo e questa è la testimonianza che Dio ha gradito e rende possibile per noi la salvezza. Questo è il modo che noi dobbiamo seguire per capire ciò che succede in Atti due con la discesa dello Spirito Santo.

In Atti due la discesa dello Spirito Santo è la conseguenza della morte, resurrezione e ascensione del Signore Gesù al cielo. Pietro dimostra che Gesù di Nazareth è il Figlio di Dio. È stato accolto in cielo, e la sua ascensione porta con sé la presenza di Dio, la presenza dello Spirito Santo nella Chiesa.

L’ascensione, come noi ci ricordiamo in Giovanni 16.7 

“È bene per voi che io vada, perché se non vado il consolatore non verrà a voi, ma se me ne vado lo manderò a voi.” 

Ecco che l’ascensione, oltre ad essere la testimonianza che Dio ha accettato il sacrificio di Cristo come sufficiente per pagare il peccato, è anche lo strumento attraverso il quale lo Spirito Santo viene dato agli uomini, a coloro che credono nel Signore Gesù.

Vivere Nello Spirito

L’invio dello Spirito Santo, quello che succede in Atti capitolo due, è il risultato di tutta questa storia che è durata qualche migliaio di anni, fatta di avvenimenti che devono essere letti dalla prospettiva di Dio.

Se noi non li leggiamo dalla prospettiva di Dio, non hanno nessun valore e significato. Sì, possono avere dei significati, ma non il significato per cui Dio li ha compiuti. Questi atti Pietro lo spiega alle persone che sono lì, come l’adempimento di questa promessa che Dio aveva fatto nel profeta Gioele.

Il profeta Gioele, come noi ci ricordiamo, aveva profetizzato questa discesa dello Spirito Santo (Gioele 2:28-29). 

E quindi lui dice che i giovani avrebbero fatto dei sogni, tutti avrebbero compreso la verità, non sarebbero stati più solo pochi eletti a conoscere la verità, ma tutto il popolo avrebbe compreso. Lui dice, Gioele: “Io effonderò, darò il mio Spirito.”

Questa grande salvezza è arrivata, è qui.

La Salvezza Completa

Questa storia ci porta a comprendere che la discesa dello Spirito Santo è la realizzazione, il completamento dell’opera della salvezza che Dio ha pensato dall’eternità e che aveva promesso lì in Genesi. Quindi è molto importante che noi, quando pensiamo a noi stessi, alla nostra salvezza, al fatto che siamo dei figli di Dio, non ci fermiamo semplicemente alla crocifissione e alla resurrezione.

Noi molto spesso, quando parliamo della nostra salvezza, parliamo della crocifissione e della resurrezione, che sono due elementi importanti, ma non sono il tutto. Il figlio di Dio, il credente, è tale perché ha beneficiato della crocifissione, ha beneficiato della resurrezione, ma ha anche beneficiato dello Spirito di Dio.

Se noi non consideriamo questo, noi non abbiamo colto l’opera di Dio per la nostra salvezza. Perché lo Spirito è lo Spirito di Dio. Quello che cambia la nostra persona. 

Se noi possiamo credere alle cose di Dio, praticare la Sua Parola, lo possiamo fare perché lo Spirito di Dio è venuto dentro di noi, è sceso in noi. Se noi possiamo amare i nostri fratelli, il nostro prossimo come noi stessi, è perché lo Spirito di Dio è sceso su di noi. Se non ci fosse stata la discesa dello Spirito di Dio, non sarebbe stato possibile né agli apostoli né a nessun uomo, nessuna donna, fare, compiere l’opera di Dio.

L’Importanza Fondamentale dello Spirito Santo

La presenza dello Spirito Santo nella nostra vita è fondamentale. Quindi il cristiano che è colui che ha ricevuto il dono dello Spirito Santo. “Da questo sappiamo”, dice Giovanni, “che egli dimora in noi dallo Spirito che ci ha dato.”

Allora che cos’è un cristiano? Forse potremmo dire che un cristiano è una persona buona, una persona che ha una buona morale, un membro di una chiesa, uno che frequenta, magari non sempre, ma frequenta, quando può, la vita della Chiesa. Questo è un cristiano? Ecco, capiamo che se noi ci fermiamo a queste formalità, noi non abbiamo capito niente di che cosa sia un cristiano.

Un cristiano, un figlio di Dio è una persona spirituale. Uomini e donne, persone che hanno ricevuto lo Spirito di Dio e lo Spirito di Dio è in loro. Sono persone che, mediante questo Spirito di Dio, dice Paolo, fanno morire le opere della carne per vivere. 

“Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. Abbiamo ricevuto lo spirito di adozione mediante il quale gridiamo Abba padre. Lo spirito attesta, insieme con il nostro spirito, che siamo figli di Dio. Se siamo figli, siamo anche eredi, eredi di Dio, coeredi di Cristo. Se veramente soffriamo con lui per essere anche glorificati con lui.” Romani 8:13-17

La Relazione con lo Spirito di Dio

Siamo figli di Dio se siamo persone, uomini, donne, giovani, meno giovani, spirituali che vivono per lo Spirito, che non vivono dei propri ragionamenti come un tempo, non vivono solo della propria intelligenza, ma sottomettono ogni pensiero a Cristo. E vivono spinti dallo Spirito di Dio, dalle parole di Dio. Mentre un tempo il nostro pensare, il nostro agire era mosso dalla nostra natura peccaminosa, oggi il nostro agire è mosso dallo Spirito di Dio, dalla parola di Dio.

Allora capiamo. Quando noi diciamo “è importante leggere la parola di Dio, conoscere la parola di Dio”, perché? Lo Spirito di Dio che è in noi lo si nutrirà con la sua parola. La parola è cibo per noi, è cibo per permettere allo Spirito di Dio di guidarci. Lo Spirito di Dio che è in me mi dà di comprendere la Sua Parola.

Allora io, se sono un figlio di Dio, sono una persona spirituale, una persona che vive in una comunione vera, intima, con lo Spirito di Dio che abita in sé. 

“Gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?” Giacomo 4.4

Qui Giacomo usa un linguaggio molto duro nei confronti di coloro che sottovalutano, non tengono in considerazione lo Spirito di Dio in loro.

Cioè, non sapete che il vostro continuare a mantenere un sistema di ragionamento, di valori, di riferimenti che non sono la parola di Dio, vi porta a essere nemici di Dio? “Rattristate lo Spirito di Dio che è in voi”. E cioè, sono parole dure. “Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio. Oppure pensate che la Scrittura dichiari invano che lo Spirito che egli ha fatto abitare in noi ci brama fino alla gelosia?” Giacomo 4.4-5

Come viviamo queste realtà, queste affermazioni che Dio ci dice? “Lo Spirito di Dio ti brama fino alla gelosia”, una parola molto forte. Come la vivo io questa relazione? 

Cioè, ne sono consapevole o sono così superficiale che mi fermo alla crocifissione e alla resurrezione? “Siccome Cristo è morto sulla croce per me ed è risorto, io sono a posto.” No, questo non è vero. Devi aggiungere anche lo Spirito che Lui ha messo dentro di te e lo devi considerare e lo devi vivere, perché altrimenti sei illuso, ti illudi.

Tu devi fare i conti con lo Spirito di Dio che è in te, perché questo è il compimento dell’opera della salvezza. Il compimento è il ricevere la parola e lo Spirito di Dio. Quand’è che la vita dei discepoli cambia? Quand’è che noi vediamo gli apostoli che sono pronti a dare la propria vita? Dov’erano prima di ricevere lo Spirito di Dio, prima che lo Spirito Santo scendesse su di loro? Erano in una stanza, giusto? Erano chiusi in quella stanza. Perché? Perché avevano paura. Avevano paura di essere uccisi, perché erano dei seguaci di Gesù. 

Arriva lo Spirito di Dio, si compie l’opera di Dio nella salvezza. Da quel momento, quegli uomini non li ferma più nessuno (Rm 8.38-39). E il cambiamento è lo Spirito Santo che è sceso su di loro. Vivono ora nello Spirito di Dio. E questo è ciò che il figlio di Dio, ogni figlio di Dio, uomo, donna, giovane, vecchio, deve fare.

Se noi non valorizziamo questo, noi siamo degli illusi. Se noi non viviamo questa realtà della presenza dello Spirito Santo in noi, ci manca ancora qualcosa. Ci manca ancora qualcosa. 

Quindi, i cristiani, i credenti, i figli di Dio, sono persone completamente diverse da coloro che non sono cristiani. Questo deve essere chiaro. Non sono solo un po’ migliori, non sono persone che magari fanno certe cose invece che altre. No, è un’altra natura, è completamente altro. Sono persone animate dallo Spirito di Dio, mosse dallo Spirito di Dio, rinnovate dalla sua opera. Sono persone che ragionano e vivono secondo il carattere e le parole di Dio. Che sia così per tutti noi. 

Che Dio ci aiuti a vivere questa pienezza che è straordinaria.